Lo scorso 28/10/2024 presso il Polo tecnologico dell’Alto Adriatico di Pordenone abbiamo affrontato il tema delle certificazioni dei crediti d’imposta per ricerca e sviluppo.
Abbiamo spiegato quali sono le strategie da adottare per tutelarsi, dalla non conformità delle normative vigenti e dalle sanzioni dell’Agenzia delle Entrate, per le imprese che hanno intenzione di avviare la procedura per certificare i crediti d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione e design.
In cosa consiste l’analisi di certificabilità, chi può certificare e quali sono le sanzioni in cui potrebbe incorrere chi non certifica?
La procedura per certificare i crediti d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione e design fruiti dagli anni 2015 in avanti è, infatti, possibile da luglio 2024. La certificazione tecnica pone in sicurezza le imprese, garantendo la conformità dei singoli progetti alle normative vigenti e riducendo il rischio di contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
A causa di norme retroattive, molte aziende hanno scoperto ex-post di aver potenzialmente fruito indebitamente dei crediti, incorrendo in questo modo in sanzioni da parte del Fisco. Avviando una procedura di certificazione, invece, le imprese hanno la possibilità di evidenziare quali crediti debbano essere riversati o, diversamente, certificare quelli in regola, evitando così controlli e sanzioni.
I tre aspetti su cui vertono i controlli dell’Agenzia delle Entrate in merito ai crediti d’imposta fruiti dalle imprese.I controlli sui crediti fruiti dal 2015 in poi hanno per oggetto essenzialmente tre aspetti:
1. l’esistenza delle spese sostenute;
2. La quantificazione delle spese che sono state rendicontate;
3. La compatibilità del contenuto tecnico rispetto a quanto indicato nei Manuali di Frascati ed Oslo.
La certificazione contabile risolve il primo punto, grazie all’obbligo del controllo del fascicolo tecnico da parte del revisore legale, che quindi risponde con l’azienda beneficiaria.
Il secondo punto riguarda, invece, tendenzialmente, errori materiali in fase di riporto dei costi che l’azienda ha sostenuto per le attività oggetto di credito. E’ un tema di esclusiva responsabilità dell’azienda e ad oggi non risulta trasferibile a terzi né certificabile.
Il terzo e più importante elemento riguarda contestazioni circa gli aspetti tecnici dei progetti di ricerca e sviluppo su cui l’azienda ha maturato del credito. Ed è proprio questo l’oggetto specifico della normativa di certificazione tecnica.
I tre motivi per ricorrere alla certificazione
Perché alle aziende conviene ricorrere alla certificazione tecnica in via preventiva?
1. L’azienda è ufficialmente tutelata dai controlli sulla parte tecnica dei propri crediti.
2. L’azienda, in caso di controllo, riduce a zero il tempo necessario per discutere di eventuali contestazioni.
3. Incaricando un certificatore esterno, i manager d’azienda fruiscono di una maggiore tutela per vari aspetti legali: il controllo della compliance, la responsabilità elettiva